Gli impieghi della protezione civile per far fronte alla pandemia di coronavirus
14.12.2021 | Comunicazione UFPP
Gentili signore, egregi signori,
come sapete, la scorsa settimana il Consiglio federale ha deciso di ricorrere nuovamente al servizio d’appoggio dell’esercito e di chiamare in servizio per la terza volta i militi della protezione civile per far fonte alla quinta ondata di coronavirus. La protezione civile e l’esercito sono quindi entrati di nuovo in azione per supportare il sistema sanitario ovunque vi sia necessità, allo scopo di arginare il più rapidamente possibile la nuova ondata.
La protezione civile verrà impiegata solo in casi urgenti per colmare eventuali carenze temporanee di personale sanitario. Questo significa che verrà impiegata fino a quando le istituzioni avranno nuovamente a disposizione le loro risorse ordinarie o reclutato altro personale.
Negli ultimi due anni la protezione civile ha prestato il più lungo e massiccio intervento della sua storia.
Citiamo alcune cifre:
Per la gestione della pandemia, nel 2020 circa 27'000 militi della protezione civile hanno prestato complessivamente 365'000 giorni di servizio, di cui 320'000 nel quadro della chiamata in servizio del Consiglio federale e quelli restanti nell’ambito di interventi cantonali.
Fino alla scadenza, a fine ottobre 2021, della seconda chiamata in servizio del Consiglio federale, circa 12'000 militi della protezione civile erano impiegati nella lotta contro la pandemia. Essi hanno poi prestato altri 167'000 giorni di servizio. Per questi due impieghi nazionali, la Confederazione ha speso 13,4 milioni di franchi.
Questo per quanto concerne le cifre.
In una prima fase la protezione civile ha rinforzato e sgravato il personale sanitario e infermieristico negli ospedali e nelle case di riposo e di cura svolgendo compiti di assistenza, triage e controllo degli accessi o di pulizia e disinfezione. La protezione civile ha inoltre allestito ospedali di emergenza, stazioni di diagnostica del coronavirus e hot line per la popolazione. Ha collaborato al contac tracing e fornito servizi di trasporto e logistica.
Nella seconda fase la protezione civile è stata impiegata in numerosi cantoni per allestire e gestire centri vaccinali e di test e per formare squadre di vaccinazione mobili. Alcuni cantoni hanno addirittura istruito militi della protezione civile ad inoculare i vaccini.
Tutto ciò dimostra che la protezione civile ha dovuto svolgere compiti che non rientrano nelle sue competenze principali.
I responsabili delle istituzioni sanitarie hanno molto apprezzato la flessibilità, l'impegno e la motivazione dei militi della protezione civile.
La protezione civile è un’organizzazione di milizia. Nella misura del possibile, i cantoni hanno quindi tenuto conto delle esigenze dei datori di lavoro per la chiamata in servizio e la durata degli impieghi. Per gli impieghi di lunga durata, in molti casi sono stati convocati volontari, disoccupati o persone in regime di lavoro ridotto. Questa difficile sfida di conciliare lavoro e servizio di protezione civile è stata superata a pieni voti.
È ancora troppo presto per tracciare un bilancio dell’impiego della protezione civile e trarne insegnamenti. A questo riguardo si stanno però effettuando delle valutazioni insieme ai cantoni.
Possiamo però già fare alcune considerazioni:
- Grazie al sistema di milizia la capacità di resistenza in caso di una lunga crisi è garantita da sufficiente personale. La protezione civile deve inoltre essere sempre in grado di affrontare anche catastrofi e situazioni d’emergenza concomitanti. Per far fronte alle conseguenze del maltempo di luglio sono stati ad esempio impiegati ulteriori 2400 militi della protezione, che hanno complessivamente prestato circa 6800 giorni di servizio.
- Sulla base delle esperienze acquisite occorre analizzare insieme ai cantoni se e come adeguare le competenze nel campo dell’assistenza e delle cure attraverso una formazione supplementare mirata.
- In particolare durante una crisi di lunga durata la protezione civile deve essere rimpiazzata il più presto possibile da altre risorse provenienti ad esempio dal settore privato o dal mercato del lavoro. Occorre pertanto stabilire dei criteri ad hoc e creare un sistema di controlling insieme ai cantoni per rafforzare il principio di sussidiarietà degli impieghi della protezione civile.
Nel complesso il bilancio è molto positivo.
Nella gestione della pandemia, la protezione civile ha dimostrato di essere veloce, flessibile e impiegabile per molteplici compiti. I suoi interventi saranno stati poco spettacolari, ma sicuramente sempre efficaci.
In altre parole: durante la pandemia la protezione civile ha dimostrato di essere, in particolare per i cantoni, uno strumento fondamentale per proteggere la popolazione.
Grazie mille!
Herzlichen Dank!
Un grand merci!
Grazia fitg!